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A Sefro grande festa per beato Bernardo da Quintavalle
Appennino Camerte – 18 settembre 2015 – pag. 21
C’è una grotta incastonata sulle pendici del Monte Crestaio di Agolla di Sefro nella Valle rosa, protetta dalla quiete della Valle Scurosa e tramandata nei secoli dalla fede e dai racconti degli abitanti di Sefro.
Proprio qui si trova l’eremo dove il Beato Bernardo da Quintavalle, primo discepolo di Francesco D’Assisi, trovò dimora e protezione per ben tre anni.
Bernardo infatti, scegliendo l’esperienza eremitica al pari dei suoi compagni dopo la morte di Francesco, si stabilì a Sefro dal 1237 al 1239 e qui visse gli ultimi anni della sua vita (morì infatti ad Assisi nel luglio 1241).
Ed è proprio qui che l’associazione A.S.C.E.N.T, Terra dei Camulani e dei Varano, di cui è presidente e anima l’avvocato Bruna Buresti ha fortemente voluto la deposizione di una statua e di una croce per la forte evozione al Beato.
Il sogno è diventato realtà lo scorso sabato 12 settembre, grazie al lavoro di tanti volontari che ha permesso il concretizzarsi dell’opera.
Un percorso lungo 700 metri ripulito e sistemato, con una staccionata e delle scale che facilitano la percorrenza, porta oggi alle Grotte di Beato Bernando, dove lo scorso sabato si è svolta la commossa e partecipata cerimonia di benedizione della statua e della croce donate al francescano e poste nel luogo dove egli dimorò, impartita dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Sefro Giancarlo Temperilli, il vicesindaco Corrado Carminelli e l’assessore Maria Teresa Biordi, la vicesindaco di Fiuminata Elisabetta Roscioni, il consigliere comunale di Pioraco Valeria Pavoni, l’assessore del comune di Camerino Antonella Nalli e circa un centinaio di cittadini e fedeli di tutte le età.
La statua, donata proprio dalla presidente Bruna Buresti, è una rappresentazione del beato a grandezza naturale realizzata in vetro resina, con il volto ripreso fedelmente da un dipinto di Giotto che si trova ad Assisi, mentre la croce, realizzata con legno di quercia da materiale di recupero e dal peso di tre quintali, è stata donata dal geometra Graziano Ferretti.
E’ intorno alla croce, secondo la signora Buresti, che si è vista la bellezza e la spiritualità che questi luoghi portano con sé e la grande forza della figura di Bernardo da Quintavalle.
Per trasportarla infatti fino alle grotte si sono adoperate ben sette persone, fedeli di tante nazionalità: cattolici, induisti, ortodossi e islamici.
“Si sono uniti tutti senza divisione di fede – ha detto la presidentessa prima della benedizione – questo bellissimo gesto ci ha confermato la storicità, la religion e la grande necessità di Francesco.
Anche un monaco buddista ha raggiunto nei giorni scorsi le grotte di Bernardo, con nostra grande commozione.
Oggi il mio ringraziamento va a tutte le persone che con lavoro e sacrificio hanno portato avanti insieme a me questa opera e soprattutto a Francesco Giovanni Brugnaro, che oggi ci onora della sua presenza in questi luoghi di fede e spiritualità”.
Ed è proprio dalle parole dell’arcivescovo di Camerino e San Severino Marche che si intuisce l’importanza del gesto dell’associazione Ascent nella riscoperta della figura del francescano Bernardo proiettata nel contesto turistico dei percorsi francescani e nella valorizzazione del territorio.
“La fede Cristiana – ha detto Monsignor Brugnaro prima della benedizione – è importante per il dono carismatico che ha nei riguardi della vita.
Dovremmo ricordarci che la nostra è una fede incarnate che ha bisogno della natura, ha bisogno del cosmo: infatti il figlio di Dio si è fatto uomo nel ventre di una donna, e quindi è entrato nella storia e conosce la vita degli uomini, proprio come coloro che cercano di essere imitatori del Vangelo in maniera più complete come Francesco e Bernardo.
Ed sono proprio le loro testimonianze oggi a spingerci a vivere una fede più autentica, più libera e più capace di trasformare il mondo.
E’ infatti necessario riscoprire la differenza tra la tradizione e la storia, perché nella storia deve incarnarsi il dono della fede cristiana, che è fecondità, ferment e cambiamento della storia”.
L’arcivescovo Brugnaro ha anche voluto ricordare Sant’Antonio da Padova, uomo di grande tradizione francescana.
Durante la mattinata è stato consegnato a tutti i presenti anche un poster descrittivo dello studio eseguito nei territory delle grotte dal professor Ettore Orsomando, presidente della fondazione Ma.So.Gi.Ba.
“La signora Bruna mi ha accompagnato la prima volta in questi luoghi meravigliosi – ha commentato – e qui ho trovato piante molto significative e molto interessanti perché significavano l’antica presenza dell’uomo, come il ficus, e anche piante che nelle Marche hanno il loro valore, piante endemiche, molto rare e sulle quali cui ho volute approfondire. A lei e ai suoi volontari il ringraziamento per l’opera che hanno fatto diventare realtà”.
Il percorso è stato allietato dalle melodie medioevali religiose suonate con cornamuse da due giovani musicisti.
A conclusione della mattinata un piacevole momento di ristoro offerto dall’associazione A.S.C.E.N.T. con la presenza della signora Gabriella Frillici da Nocera Umbra.
Eleonora Conforti
Altre foto dell’evento…
Informazioni
Autore | Appennino Camerte |